Un ragazzo giovane di 21 anni è morto annegato in Canal Grande di fronte alla Stazione. Nessuno capiva che stava morendo e l’aiuto è arrivato troppo tardi.
“Rifiutava il salvagente†viene ripetuto nei giornali, quindi suicidio.
Io ho visto un uomo annegare a due metri da me in piscina.
Per fortuna è stato salvato da una persona più svelta di me ed è uscito vivo dalla piscina, anche se scosso.
Ero in ospedale qua a Venezia, per la riabilitazione dopo un ictus e facevo esercizi in piscina.
Accanto a me nella parte più profonda c’era un signore anziano, credo immigrante come me Mentre io ero concentrato sui miei esercizi, percepivo comunque con l’angolo dell’occhio che lui era tutto fermo in acqua. Mi giro e lo vedo a testa in giù, braccia allargate in superficie, che galleggiava completamente immobile.
Mi passavano tanti frammenti di pensieri strani per la testa, ma prima di essere riuscito a fare due più due, è arrivato il fisioterapista di corsa, si è buttato in acqua e ha tirato su la testa dell’uomo.
Tutto questo è successo in pochi secondi, in un silenzio perfetto. Nessuno ha detto niente e non credo che gli altri pazienti nella piscina si sono accorti di niente, prima che il fisioterapista si fosse tuffato in acqua, vestito e tutto.
Solo allora ho capito fino in fondo che cosa stava succedendo e quali potrebbero essere state le conseguenze.
Io non avrei salvato quell’uomo in tempo. Mi si stringe ancora il cuore a pensarci.
Non per cattiveria, per carità . Al contrario, il signore mi stava anche simpatico. Non l’avrei salvato per lentezza mentale o per impreparazione. Quando il fisioterapista è intervenuto, io non avevo ancora capito quanto fosse grave la situazione. Ero in uno stato confusionale, c’era sì qualcosa che non andava ma non capivo che cosa e quindi non agivo. Pensieri come “annegamento†e “morto†non si erano ancora formati nella mia testa. Ho capito solo dopo, quando il fisioterapista era già in acqua.
Non so quanto tempo ancora il povero signore avrebbe dovuto aspettare per essere salvato da me. Spero poco, ma onestamente non lo so dire. Forse sarebbe annegato là accanto a me.
Nessun altro nella piscina si era accorto di niente.
Se non fosse stato per il fisioterapista bravissimo, il signore potrebbe essere morto là , in piscina in ospedale. A me sarebbe bastato stendere un braccio per toccarlo. Non l’ho fatto. Non l’ho fatto perché non capivo.
Annegare non è un evento violento, drammatico, rumoroso.
Si annega in silenzio, immobili, a volte pochi metri da chi potrebbe salvarci.
Leggete per favore: “Annegare Sembra Non Annegare” di Mario Vittone. Forse un giorno salvate una vita.
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